Spesso ho sentito dire che il titolo di un articolo vada definito solo alla fine, quando hai scritto tutto quello che volevi, hai detto tutto ciò che avevi da dire . Se scrivi di getto come nel mio caso non sai che piega potrà prendere l’articolo quindi aspetti la fine prima di dargli un nome.
Il nome dovrebbe racchiudere il senso dell’articolo in poche parole, incuriosire e comunque lasciar trapelare il tuo punto di vista. A questa complessità si aggiunge che vorrei raccontare la bellezza dei miei ultimi 7 mesi di vita. 7 mesi di assenza dalla scrittura, ma non è passato giorno in cui non avrei voluto raccontare ciò che stava accadendo. Lasciar traccia, oltre che nella mia memoria, di quello che avevo vissuto.
Negli ultimi mesi ho fatto esperienze uniche e mi sono resa conto di quale fortuna abbia nell’averle potute vivere e condividere con le persone che amo.
Sono stati mesi in cui abbiamo intervallato momenti di svago con “gite fuori porta” a weekend trascorsi in relax a casa, con una buona cena cucinata insieme, un bicchiere di vino e un buon film sul divano. Il nanetto di Frei sempre tra noi, a combinar danni.
A Gennaio, subito dopo le feste abbiamo avuto l’occasione di passare un Weekend a Moena sulle piste (non propriamente innevate) delle dolomiti. Posto incantevole e panorama fantastico. Abbiamo scoperto che amiamo entrambi sciare; lì abbiamo capito che avremmo dovuto pensare ad una vacanza più in grande sugli sci. L’abbiamo fatto appena un paio di mesi dopo, scegliendo come destinazione la bellissima Corvara e il Sella Ronda come pista di gioco e divertimento. In compagnia di altre due coppie di amici ci siamo goduti le ferie di quella straordinaria settimana di fine marzo nella serenità e felicità che ci contraddistingue.
A fine Febbraio invece abbiamo pensato di andare a trovare Claudia, mia sorella, a Londra dove abbiamo potuto fare qualche giro tranquillo per la città tra street food markets (zona Briklane, che consiglio vivamente a chiunque voglia assaporare nell’arco di 20mq 12 tipi di cucine diverse) e una cena a casa di Cla con amici, a base di Amatriciana e cucina italiana.
Abbiamo soggiornato al The Brewers Inn, poco fuori dal centro. Davvero stupendo, colazione British (anche se un po’ lento il servizio) e stile vintage degli arredi che “fa tanto Londra”.
Era ormai Aprile e stavamo trascorrendo un weekend tranquillo nella bella Torino, quando con Massimo e Francesca, amici e colleghi di Luca, abbiamo programmato di andare alla ricerca della fonte del Po. A distanza di poco più di 1 ora di macchina siamo saliti fino a Crissolo, dove abbiamo pranzato al rifugio Pian della Regina prima di iniziare la camminata (scalata) verso Pian del Re e la fonte del Po. Pranzo ottimo a 30€ menu fisso, una carica di energia, profumi e sapori di montagna.
Non mi dilungherò nel raccontare l’esperienza, ma è stata bellissima e al contempo leggermente pericolosa, in tutto ciò Frei scorrazzava libero tra i campi ed era una gioia vedere quanto si stesse divertendo. Morale della favola, in sneakers abbiamo risalito il monte e, una volta su, una densa e alta spianata di neve ci ha reso impossibile proseguire..non eravamo attrezzati e con la neve alle ginocchia sui pantaloni di cotone, effettivamente cominciavo a sentire un po’ freddo.
A Giungo, poi, è arrivato finalmente il momento che aspettavamo ormai da mesi. Il Gran Premio del Mugello. I biglietti li avevo presi per Natale sperando di regalare a Luca un’esperienza che non aveva ancora fatto prima e che seguisse una delle sue più grandi passioni, se non la più grande, quella delle Moto.
Gare avvincenti, contesto incredibile, tende ovunque, profumo di porchetta arrosto dalle 10 di mattina, birra a fiumi, tanto sole (troppo a tratti), ma anche relax all’ombra degli alberi che coprono le colline che fanno da spalti alla pista. Non avrei potuto chiedere di più a quel weekend. Traumatico il rientro in macchina dalla Toscana, con diverse ore di traffico intenso, ma ne è valsa assolutamente la pena.
Infine, e vi assicuro che sto solo raccontando i momenti più salienti altrimenti avrei da scrivere per ore, abbiamo provato l’Osteria Francescana, il ristorante che fino a poco tempo fa era classificato come il migliore al mondo (ora è il secondo migliore stando alla stessa classifica); dove l’arte culinaria è opera del genio di Massimo Bottura.
L’ispirazione ci è nata guardando lo speciale di Netflix Chef’s Table, che dedica allo chef Bottura e alla Francescana il suo primo episodio. Una volta visto, la curiosità di provare la sua cucina ti pervade, e di lì a qualche giorno (Marzo 2017) abbiamo deciso di prenotare. Prima disponibilità: Giugno. E via ad aspettare il giorno..nel frattempo succedeva tutto il resto descritto qui sopra 🙂
Non vi mostro le foto dei piatti (tante e stupende, tutte) perché vorrei che chiunque fosse incuriosito dalla sua cucina, dalla sua arte, arrivi alla Francescana con l’animo di chi sa che deve avere la mente aperta (più che lo stomaco) e accogliere il gusto e l’essenza di quei piatti, senza alcun pregiudizio causato da una foto poco chiara o da una recensione letta su TripAdvisor. Solo con la voglia di farsi sorprendere. Godete appieno dell’esperienza e lasciate che questa vi segni nel profondo, così da capire cosa può il genio umano se stimolato alla ricerca dell’impossibile.
L’incontro dal vivo con lo chef Bottura è, e rimarrà, l’inaspettata ciliegina su una torta che era già perfetta così.
Ho scritto questo articolo guardando indietro nel tempo e aiutandomi con le storie raccolte nelle nostre foto. Quelle che viviamo non sono altro che vite comuni, di persone comuni, ma alla continua ricerca di un modo per celebrare la fortuna dell’unicità della nostra vita comune. Nella continua speranza di vivere così ancora a lungo. Nel ricordo e consapevolezza che abbiamo il dovere di vivere al massimo, finché avremo la fortuna di farlo.
From Bari with Love,
Enrica