Sono ancora stesa in spiaggia qui a Skala (Cefalonia) mentre comincio a scrivere questo post. Sarà che c’è davvero tanto da raccontare e perciò voglio cominciare a portarmi avanti.
A differenza degli ultimi due anni, io e Claudia abbiamo deciso di non passare le ferie in USA e specificatamente a San Francisco, in virtù del fatto che progetti più ampi coinvolgono quella meravigliosa città all’interno delle nostre vite. Ci siamo così aggiunte alle vacanze programmate dalla mia famiglia e la cui destinazione era Cefalonia. Tra gli svariati viaggi in Grecia fatti in passato, questa grande isola, che chiude l’Adriatico e si fa abbracciare invece dal mar Ionio, effettivamente ci mancava.
Conosciuta ai più a causa dell’eccidio di un plotone di soldati italiani per mano dei tedeschi sul finire della seconda guerra mondiale (consiglio il film sul tema “Il mandolino del Capitan Corelli”), l’isola è prettamente montuosa e il paesaggio sulle cime è talmente brullo da poter essere assimilato a Marte, soprattutto nelle ore pomeridiane quando il sole, ancora caldo e rossastro le illumina e allo stesso tempo conferisce al cielo tonalità di rosa che si mischiano con il blu intenso del mare. Le isole difronte perdono la definizione dei loro contorni, lasciando spazio ai giganteschi lineamenti dei monti ormai di colore grigiastro.
Al di la della cucina che è ovviamente in stile tradizionale e di qualche bandiera a strisce bianche e blu che sventola dalle finestre delle case sulle colline, poco altro ti ricorda di essere in Grecia. Nessuna di quelle tipiche case bianche di pietra dalle imposte blu, in stile Mykonos o Santorini per intenderci.
È sicuramente considerata la “spiaggia di Londra” vista l’immensa quantità di visitatori british e visto l’assunto accento inglese della gente del posto (alcuni di loro sono sicuramente originari in UK trasferitisi a Cefalonia per gestire ristoranti o Case della Vela, quali probabili impieghi estivi). Le colazioni dei bar propongono ogni tipologia di English Breakfast e l’odore del bacon e salsicce è facile sentirlo fino a tarda ora nella mattinata.
Il nostro residence è a Katelios, il punto più a sud dell’isola. Un piccolo paese fatto per lo più di taverne e ristoranti, situato sulle sponde di una baia naturale che fa da porticciolo a piccole barche a vela. Tra le taverne il ristorante Captain’s Jerry le fa da padrone per la qualità e quantità di pesce fresco messo in vetrina. Con accesso diretto in spiaggia per la maggior parte dei ristoranti e piccole lampadine appese a fili tesi tra alberi dai tronchi dipinti di bianco (a voler rafforzare la sensazione di essere in Grecia a dispetto delle apparenze), il paese risulta avere un tocco romantico ed intimo, lontano dal chiasso di locali notturni o discoteche.
Più grande e vivace è invece Skala, a distanza di 7km da Katelios. Si caratterizza per la presenza di una lunghissima spiaggia (almeno 2km) ben attrezzata e con ristoranti e bar tipicamente (anglo-)greci alle sue spalle. Il costo degli ombrelloni e lettini è ridicolo a confronto con i prezzi italiani (6€ il set), e i camerieri dei vari ristoranti fanno spola tra spiaggia e locali per portare direttamente sul tavolino del tuo ombrellone qualunque cosa tu desideri dal menù (da composte di frutta ai più classici Club sandwich). Il relax è garantito. Uniche note dolenti sono la spiaggia in ciottoli e il segnale wifi, che non sempre arriva fino al mare.
Sempre a Skala un locale più degli altri si distingue per tipologia di cocktail e atmosfera. È il Captain’s Bar.
Cocktails dal sapore e aspetto inusuali vengono serviti durante gli happy hour a soli 5.50€. Tende bianche avvolte a tralci di vite e pomposi divanetti color avorio ti consentono finalmente di sentirti in Grecia. Il volume della musica tende a salire con il passare delle ore fino a trasformarsi in una piccola discoteca a cielo aperto verso le 10 di sera, quando le tantissime taverne del paese cominciano a svuotarsi.
Da Skala è possibile effettuare gite in barca che in giornata possono portarti a visitare le vicinissime isole di Zante (o Zacinto) e Itaka. Il sole non era ancora alto e il mare era piatto come un lago il giorno che siamo andati a Zante, dandoci appuntamento qui a Skala alle 8.45 del mattino. La traversata è stata tranquilla e piacevole. La prima sosta è stata nella meravigliosa spiaggia di Navagio. Raggiungibile solo via mare e chiusa da una altissima parete rocciosa di color bianco, la spiaggia di marmorei ciottoli ospita il relitto di una vecchia nave commerciale che si era attraccata nella piccola baia e che fu sorpresa da un’improvvisa bassa marea rimanendo così incagliata per sempre su quella spiaggia.
Si racconta che il capitano inconsciamente abbandonò la nave, quando ancora galleggiava, piena di un carico di sigarette destinato all’Italia, e che una volta tornato trovò non solo la barca incagliata ma tutto il carico saccheggiato da altri pescatori che si erano avventurati sulla nave vedendola priva del suo equipaggio.
Di lì a pochi giorni abbiamo visitato l’isola di Itaka. Mi aspettavo di trovare ovunque accenni alla gloriosa storia di Ulisse, ma invece solo una statua in bronzo al centro del porto e i nomi degli hotel la richiamavano. La gita è stata piacevole e il mare invogliava a non voler più risalire in barca.
Tra le mete immancabili che ci eravamo prefissati di visitare rientravano anche la spiaggia di Myrtos e le città di Assos e Fiskardo. Le prime due siamo riusciti a vederle nello stesso giorno. Il tragitto nel nostro maggiolone cabrio durato più di 1.5h ci consentiva di godere di un panorama unico dalle montagne che separano Argostoli (la capitale) dalla spiaggia di Myrtos.
A dir la verità quest’ultima è decisamente più bella vista dall’alto, da cui puoi apprezzare tutti i toni dell’azzurro che la distinguono dalle altre spiagge. Ma una volta arrivati in spiaggia è stato un po deludente. Pochi ombrelloni, tutti malmessi, discesa a mare resa difficile da onde alte e ciottoli, l’acqua di un bel colore turchese ma torbida e decisamente sporca. Siamo rimasti pochissimo e abbiamo invece proseguito verso Assos. Il paese è piccolissimo ma molto carino. Una caletta che si apre sul porticciolo è lo sfogo a mare per i turisti in visita e il suo colore verde a contrasto con il viola delle bouganville è una vera poesia. Nei ristorantini del paese si riesce ad assaggiare cucina tipica e un mix di antipasti tra fritture e ztaziky.
Le due settimane sono volate, e in compagnia di Claudia e delle mie cugine il divertimento non è mancato, per quanto la vacanza sia stata maggiormente all’insegna del relax. Cefalonia ci ha regalato scorci stupendi inclusa la città di Fiskardo visitata il giorno della nostra partenza (sto scrivendo le ultime parole a bordo del traghetto che ci sta riportando a Bari), ma mi ha donato anche una ritrovata serenità. Sensazione che non sentivo da tantissimo tempo, con il cuore e lo spirito liberi. Mi preparo ad un inverno incerto ma con qualche idea già in testa al limite dell’incosciente.
Buon rientro a tutti,
From Bari, with Love
Enrica
Photocredit @Claudialorux