Quando poco più di una settimana fa il mio capo mi chiese se mi andava di andare con lui a Londra, non ci volevo credere.
Mi sono detta, “finché non vedi il biglietto allora non sta succedendo”. Ho dubitato, sarà che la concretezza di altri miei capi nel passato aveva lasciato a desiderare e che, a promessa fatta, difficilmente (o quanto meno non proprio nel breve termine) seguivano i fatti. Ho dubitato. Ma non è durato a lungo. Due giorni dopo il biglietto per Londra era sulla mia scrivania.
3 brevissimi seppure incredibilmente intensi giorni nella city, negli uffici di EatFirst a due passi dalla Bank.
Con una piccola stanza in un Hotel nei pressi di Hyde park, la mia voglia di sentirmi una londoners ha avuto immediata soddisfazione.
Il caos della mattina nella metropolitana, la pioggerellina che mi arricciava i capelli, 10 cookies di Starbucks portati al team come prima colazione, ho provato la cucina del nostro chef Jane, la Londra di notte con i suoi stupendi pub in stile british e le partite di sottofondo, i locali chic ai 40esimi piani dei palazzi.
L’ho amata ancora prima di esserci mai stata, l’ho amata quando ho avuto la sfortuna di visitarla sotto attentati nel 2005, l’ho stra-amata lo scorso Ottobre quando con Claudia siamo state alla London design week…l’ho amata ancora di più per la sua eleganza, per la sua complessità e per tutta la sua bellezza questi ultimi 3 giorni.
Non so quando, non so come ma Londra prima o poi potrò chiamarla “la mia città”.
A presto,
Enrica