La giornata di ieri la aggiungerei ai “giorni memorabili di sfiga”. Si perché è stata caratterizzata da una serie di eventi che non posso ritenere puramente casuali. Mi piace definirli “destino”. Che suona tanto come una bella parola, ma in realtà non ha una specifica accezione, ne positiva ne negativa.E per come stanno i fatti ad oggi, non vedo nulla di positivo nel mio destino di ieri.
Tutto è cominciato qualche giorno fa quando un evento su Facebook annunciava un concerto live di Ludovico Einaudi a Berlino a soli 7€. La puzza di truffa si sentiva lontano un miglio, ma in fin dei conti ho pensato che per 7€ poteva valere la pena rischiare. Così, coinvolto Gianluca nel folle progetto di andare a vedere Einaudi dal vivo, decidiamo di vederci al posto indicato dall’evento con 2 ore di anticipo aspettandoci un bel po’ di coda per fare i biglietti (disponibili solo in cassa, non online). A Berlino in questi giorni non fa freddissimo (0-5 gradi circa), ma tre ore di coda fuori sono una vera tortura. Si, 3 ore di coda in mezzo a tanti italiani ma non solo, dove ti rendi conto che, quando si tratta di code e posti limitati, tutto il mondo è paese, e una fila che era cominciata per due è finita ad imbuto.
Mi raggiunge Vincenzo, un amico di Bari e riesco a farlo infilare in coda insieme a me e Gianluca. Ma dopo 3 ore (e devo dire tante risate, che non mancano mai quando metti insieme baresi, veneti e quanto di meglio l’Italia abbia da offrire in una coda lunga ore) l’organizzazione ha comunicato che la capienza del posto era esaurita e che potevamo andarcene. Intirizziti e un po delusi, io e Gianluca la svoltiamo a pizzeria. Senza rischiare posti strani decidiamo di tornare da Standard, che per Gianluca è una garanzia. Vincenzo resta in coda, ci crede..più di noi chiaramente. Ha lo spirito giusto. E come sempre succede, la perseveranza premia e alla fine Vincenzo riesce ad entrare e ad ascoltare il concerto. Pro-memoria per me stessa per il futuro: insistere, insistere e insistere.
Finita la pizza con Gian, prendo una macchina per tornare a casa. Freddo era freddo..e non ho considerato gli effetti che il freddo potesse avere sulla macchina. Ad uno dei semafori all’angolo di Alexander Platz, i freni della Smart hanno cominciato a slittare sul disco e nonostante il tentativo del freno a mano, la mia macchina ha finito per andare a prendersi un abbraccio dalla BMW che avevo davanti. Un tamponamento leggerissimo. A Bari diremmo che gli ho dato una carezza e un bacino. Ma questi sono tedeschi e alle mie parole “I don’t speak German” ho visto gli occhi del tipo infuocarsi di rabbia..e si perché io non parlo tedesco almeno quanto lui non sa parlare inglese. A quel punto la conversazione diventava complessa.
Tuttavia è stato capacissimo di dire che per quanto il danno non fosse particolarmente evidente all’esterno della macchina, “non sappiamo se sotto la macchina si sia danneggiato qualcosa”( cit.). Ora, gentile signore, io sono di Bari..ma lei vuole venire a rubare a casa del ladro? Ma se a stento si vede l’urto dall’esterno, la macchina sotto come dovrebbe essersi danneggiata? Bah.. Le foto di rito sono state fatte, così giusto per sicurezza e ora vediamo se mi contatterà la sua assicurazione. In tedesco ovviamente.
Se c’è un destino in questa storia al momento direi non mi ha portato nulla di buono, ma vediamo cosa ci porta il domani.
From Bari, with Love
Enrica